Il sarago (Diplodus) è un pesce marino diffuso in tutto il Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico. Questo pesce appartiene alla grossa famiglia degli Sparidi (Sparidae). Esistono ben 15 specie e 8 sottospecie di saraghi, in questo articolo parleremo di quelle più comuni nel Mediterraneo, vederemo le loro caratteristiche, le loro abitudini e come pescarli.
Come tutti sappiamo la pesca al sarago è molto praticata, il sarago è un pesce molto ricercato dai pescatori di quasi tutte le tipologie di pesca, per la bontà delle sue carni e per la resistenza che oppone una volta allamato. Infatti questo sparide possiamo insidiarlo a bolentino, nella pesca subacquea e nella pesca da terra come surfcasting, pesca a fondo, rockfishing, bolognese e spinning.
Si avete letto bene, con i dovuti accorgimenti, le esche giuste e un po di pratica è possibile insidiare a spinning anche i saraghi, anche orate di piccola taglia e mormore verranno tratte in inganno, ne parleremo in altri articoli dedicati allo spinning più avanti. Ma torniamo al sarago, abbiamo detto che esistono varie specie, non tutte però vivono nel Mare Nostrum. Vediamo quali sono quelle più comuni nei nostri mari.
Le abitudini delle varie specie di Sarago
Sparaglione, Sparlotto – Diplodus annularis
Il sarago di taglia più piccola, lo sparaglione o sparlotta raramente supera i 25cm di lunghezza e la sua vita è strettamente legata al sotto costa, più di qualunque altra specie. Si nutre di alghe, piccoli crostacei e anellidi, in base alla zona si riproduce in periodi dell’anno differenti. Riconosciamo il sarago sparaglione grazie alla sua livrea argentata, e dalle inconfondibili pinne ventrali gialle, possiede una piccola fascia nera nella parte iniziale della coda e una linea giallo argentata posta sui fianchi. Il sarago sparaglione è presente in tutto il Mediterraneo e nel Mar Nero, poco presente nell’Altantico.
Maggiore – Diplodus Sargus
Il sarago maggiore insieme al faraone sono quelli che raggiungono le dimensioni maggiori, pensate che in età adulta il sarago maggiore può raggiungere i 45 cm di lunghezza e superare i 2kg di peso. Questa specie presente in tutto il Mediterraneo e nell’Atlantico Orientale, vive nel sotto costa ma si può trovare ben oltre i 50m di profondità, vive vicino alla sua tana nelle spaccature tra le rocce, solo durante le mareggiate si staccherà in massa dalle secche per dirigersi verso le spiagge con fondo sabbioso, per cibarsi di tutto ciò che il moto ondoso disseppellisce dal fondo.
Anche il sarago maggiore si nutre più o meno allo stesso modo del suo cugino sparaglione, nella sua dieta però si aggiungono i ricci, per via dei suoi denti molto sviluppati non ha difficoltà a spaccarne i gusci. Possiamo riconoscerlo dalle 7/8 bande verticali, fini e nere presenti nei fianchi, queste sono molto evidenti negli esemplari giovani, meno accentuate man mano che aumenta la taglia.
Pizzuto – Diplodus Puntazzo
Il sarago pizzuto è molto simile al sarago maggiore, le due grosse differenze stanno nel muso e nella livrea. Il muso del sarago pizzuto o puntazzo si riconosce per la sua forma pronunciata e appuntita (da qui prende il nome la specie) e perché leggermente concavo davanti agli occhi.
La livrea è simile al maggiore, ma si nota un contrasto maggiore tra i colori infatti risultano molto evidenti le fasce nere laterali, che permangono fino all’età adulta. Il numero delle fasce nere, può variare da 7 a 9. Il sarago pizzuto vive in fondali rocciosi fino ai 50m, è un pesce solitario e non ama girare in branco. La sua alimentazione base, sono i piccoli molluschi ed invertebrati, mangia molto volentieri alcuni tipi di alghe. In Mediterraneo è molto diffuso, possiamo trovarlo nell’Atlantico orientale e anche nelle coste Sudafricane.
Fasciato – Diplodus Vulgaris
L’aspetto del sarago comune o fasciato è simile alle altre specie, si distingue per la sua livrea, che appunto presenta due fasce nere larghe e ben visibili, una appena prima della testa l’altra all’inizio della coda.
Il sarago comune vive come le altre specie nel Mediterraneo, nell’Atlantico Orientale e nel Mar Nero. Il sarago fasciato è una specie che spesso ama stare in branchi anche molto numerosi, può raggiungere una lunghezza massima di 40cm e un peso di 1,2kg e la profondità massima a cui possiamo trovarlo si aggira intorno ai 40m. Si ciba principalmente di piccoli molluschi e crostacei.
Faraone, Sarago Reale – Diplodus Cervinius
Il sarago faraone o reale ha la forma del corpo praticamente uguale agli altri ma la caratteristica che lo distingue è la presenza di 6/8 bande nere, molto larghe.
Il sarago faraone è comune nell’Oceano Atlantico e nel Mediterraneo, tuttavia nelle coste italiane è molto raro. Questa specie vive in fondali rocciosi anche a profondità elevate e si ciba di alghe, crostacei ed invertebrati.
Pesca al sarago tecniche, esche, inneschi ed attrezzature
Le tipologie di pesca per insidiare i saraghi sono svariate, comunque con ognuna di esse è possibile catturare qualsiasi specie di quelle descritte sopra. Ovviamente ci sono alcune specie che pescheremo più frequentemente rispetto ad altre, ma dipende dal fondale su cui stiamo lanciando le nostre esche.
Da sottolineare che la pesca al sarago, per avere successo bisogna praticarla comunque in condizioni di mare mosso o comunque con presenza di forti correnti. Specialmente il sarago maggiore ama la schiuma e la turbolenza, in queste condizioni abbiamo maggiori opportunità di entrare in contatto con saraghi veramente grossi e il divertimento è assicurato. Le tecniche più comuni per la pesca al sarago da terra sono surfcasting e bolognese o più genericamente si può praticare una pesca con il galleggiante.
Saraghi a surfcasting
Nella pesca dalla spiaggia per avere possibilità di catture multiple, dobbiamo sicuramente impostare una pescata durante una mareggiata. Di solito i grossi saraghi entrano in pascolo nelle prime fasi, non a caso queste sono le più turbolente ed energiche. In queste fasi, avremo davanti una una situazione non facile da affrontare, per via del vento che sarà più o meno frontale e sicuramente sostenuto. Difficile fare tanti metri, comunque vale assolutamente la pena affrontare certe situazioni con ottime canne da surf e mulinelli adeguati.
Il pater noster è il terminale per eccellenza da utilizzare in situazioni del genere, adatto a stare in pesca perfettamente nelle zone dove c’è tanta turbolenza. Ovviamente anche gli altri travi saranno idonei, ma in condizioni differenti.
Le esche migliori per poter attirare l’attenzione di questi pesci, sicuramente sono i bibi sia grossi che in scatola, la striscia di seppia e di calamaro ottime soprattutto se fresche, il cannolicchio e il gambero sgusciato di dimensioni generose.
Di solito la specie di sarago che si cattura in queste condizioni è il maggiore e il periodo migliore è sicuramente l’inizio della primavera diciamo da marzo in poi, quando questi sono in fase di riproduzione, ma le catture abbondano comunque anche nella stagione autunno/inverno.
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Pesca Bolognese al sarago
Pescare i saraghi alla bolognese ha in comune con il surfcasting un fattore importante. La schiuma è sinonimo di turbolenza e mare mosso, chi ci troviamo in mezzo alla confusione?? Indovinate un po? I saraghi. Ovviamente se pratichiamo la pesca bolognese dalla scogliera, dovremo attendere il calar del vento e trovarci una postazione sicura. La postazione dovrà essere il più sicura possibile, anche se il mare sarà ovviamente in fase di scaduta una volta cessato il vento, le onde continueranno a frangersi nella scogliera.
Le condizioni che troveremo saranno sicuramente di acqua torbida e di forte corrente. Scegliete un filo in bobina adeguato, la pesca ultra fine la lascerei da parte, questo non significa che andremo ad utilizzare fili troppo grossi, non scenderei sotto il 0.16 anche se per sicurezza ed è solo una mia idea, utilizzerei minimo 0,18 in bobina e terminale giusto per rimanere fini….
La montatura avrà un galleggiante scorrevole sulla lenza madre e una spallinata molto ravvicinata in modo da arrivare sul fondo il più velocemente possibile, decidete voi il peso totale della spallinata in base alle valutazioni che farete una volta giunti sullo spot. Se preferite potrete utilizzare direttamente una torpille al posto della spallinata. Dopo la piombatura, leghiamo una micro girella a cui legheremo il terminale in fluorocarbon o nylon, con un amo di misura minima del 12. Ricordiamo che siamo alla ricerca di pesci che hanno una mascella possente quindi utilizziamo ami robusti e di qualità.
Le esche che si possono utilizzare sono i classici bigattini, i tocchetti di sarda, gamberetto e anellidi come coreano e americano. Ricordiamoci che dovremo pasturare abbondantemente per poter tenere in zona i saraghi e non solo… Potremo pasturare con i bigattini o con pasture già pronte.
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Attrezzature per la pesca ai saraghi
Per la pesca a surfcasting o a fondo dalla scogliera, è meglio utilizzare canne e mulinelli in grado di sopportare le sfuriate di questi pesci. Le misure delle canne sono quelle standard del surf. Quando avremo l’occasione di allamare saraghi di una certa taglia capiremo il motivo. Il sarago è un pesce molto combattivo sicuramente meno dell’orata ma non si arrende facilmente. La media delle catture sarà di taglia medio bassa, i big arrivano ma con meno frequenza, comunque un sarago dal mezzo kg in su, è da considerare di ottima taglia.
- Mulinello cygnus tf surf 3 bob. 9+1
- Canna da pesca dalla spiaggia in mare, tecnica surfcasting
- Anelli Shimano
- Canna costruita in carbonio ad alto modulo
Le canne per la pesca bolognese invece, saranno lunghe almeno 6 metri se peschiamo da una scogliera, dovranno essere abbastanza leggere, abbiniamoci un mulinello altrettanto leggero con una buona frizione. Altri accessori importanti per la pesca con la bolognese sono un buon retino da pesca o guadino con manico allungabile, una nassa per mantenere vivi i pesci e una sacca per i bigattini. Poca attrezzatura tanto divertimento.
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- Dimensione: 1000FB, Gear Ratio: 5.0:1, Peso: 200 gramm
- Capacità bobina (mm/meter): 0.18/170, 0.20/140, 0.25/90
- Capacità bobina (lbs/yds): 2/270, 4/140, 6/110